La Sicurezza Secondo Noi

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Cosa si Intende per Sicurezza

La sicurezza ha lo scopo primario di preservare la salute, fisica e psichica, delle persone. Il concetto di salute va recepito con accezione positiva: dunque non come mancanza di malattia, ma come stato di benessere psichico, fisico e sociale. La salute è compromessa quando si presenta un danno: questo può essere legato ad un singolo evento (incidente) o dal persistere di una condizione (stato). Il rischio è la probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno, e dunque di compromissione del benessere fisico, mentale o sociale.

Sono diversi gli elementi di un’organizzazione che hanno un impatto sulla salute e dunque sulla sicurezza: la cultura organizzativa, i processi (tecnologici ed organizzativi), la struttura sociale, la struttura fisica e l’ambiente. Questi elementi sono fortemente correlati tra di loro e solo un’azione coerente, concreta e strutturata su ciascuno di essi può costituire un corretto ed efficace approccio alla sicurezza.

Perché la Sicurezza

La sicurezza è una priorità

La sicurezza è una priorità per ogni organizzazione perchè:

  •  è alla base del rapporto tra l’organizzazione e le sue persone
  • la non sicurezza è un costo che – portando alla luce i suoi aspetti più nascosti e meno tangibili – è estremamente gravoso per l’organizzazione
  • riflette sul mercato un’attitudine etica e rispettosa

Accrescere la consapevolezza dei ritorni positivi della sicurezza è basilare per impostare una corretta strategia/politica per la sicurezza. Esistono, ed è bene adottare, strumenti tecnici concreti per raggiungere tale scopo.

La sicurezza agisce sui bisogni primari dell’uomo

La mancanza di sicurezza o anche solo la sensazione di mancanza di sicurezza mina la fiducia del singolo verso l’organizzazione, la possibilità di sentirsi parte di questa e di adoperarsi per essa in un rapporto di crescita congiunta (mutuo beneficio).

Le persone sono il primo asset di qualsiasi organizzazione

Incidenti sul lavoro, la presenza di rischi, ambienti fisici e sociali inadeguati minano alla base il rapporto tra persona e lavoro. Per coinvolgere, motivare e permettere alle persone di realizzare il proprio potenziale a pieno, l’organizzazione deve dimostrare di avere la sicurezza come principio ineludibile. Ciò non si può realizzare con la mera applicazione dei requisiti cogenti, ma solo attraverso metodi e approcci organizzativi che rendano l’ambiente e i processi lavorativi intrinsecamente sicuri, investendo quanto adeguato per raggiungere tale scopo.

Ogni spesa concreta fatta per la sicurezza è in realtà un investimento

Il ritorno di tale investimento è misurabile in termini di: – motivazione del personale: la sicurezza del contesto lavorativo ed il benessere organizzativo sono la base per incrementare l’engagement delle persone; – produttività: la sicurezza (fisica e relazionale) elimina
inefficienze e sprechi nei processi produttivi e organizzativi; – riduzione del costo degli incidenti: riducendo il rischio si riduce il valore atteso del costo e quindi, sul medio termine, il costo reale. Tali grandezze possono e devono essere misurate (qualitativamente e/o quantitativamente), al fine di comprendere e stimare correttamente le dimensioni economiche della mancata sicurezza (maggiori di quanto generalmente appaiano) e dimensionare adeguatamente i relativi investimenti.

Sicurezza e benessere

la sicurezza è la premessa per poter conseguire l’obiettivo fondamentale che ogni individuo si prefigge nello svolgimento della propria attività cioè il benessere sul lavoro. Infatti, il benessere non è semplicemente l’assenza di malattia o di infortuni, quanto una dimensione complessa perché comprende un insieme di fattori: una rappresentazione del proprio lavoro positiva anche dal punto di
vista sociale, la possibilità di dare uno specifico senso alle proprie attività in modo che ne risulti una visione esistenziale più ampia, l’opportunità della creazione di un ambiente relazionale in cui esprimere la propria individualità, la possibilità di esprimere la propria creatività nel superamento dei problemi lavorativi che si affrontano quotidianamente.

Dalla Sicurezza al Benessere: Chi La Fa

La sicurezza non si ferma ai confini aziendali

La sicurezza è una predisposizione ed in quanto tale non si ferma ai confini aziendali. Deve essere estesa anche alla selezione e la gestione di fornitori e subappaltatori; copre il comportamento delle persone nel loro ordinario stile di vita, anche in contesti extra-lavorativi; va applicata anche a tutti quei contesti paralavorativi quali scuole, lavori casalinghi, ecc.

La sicurezza è una questione di “performance”

La sicurezza non è una questione di “compliance” ma di “performance”. Non si fa per essere in regola, ma per produrre un risultato. Non è sufficiente attuare alcuni accorgimenti, ma è necessario gestirla costantemente per un miglioramento continuo. Non è ottenibile con il solo impegno di pochi, ma è risultato di un’azione congiunta di tutti.

La sicurezza è responsabilità di tutti

La sicurezza è responsabilità di tutti, ciascuno per quanto di propria competenza. La competenza relativa alla sicurezza coincide con la competenza operativa. Ciascuno è responsabile della sicurezza di quanto fa o ha la responsabilità di far fare. Tale responsabilità si deve riflettere in compiti, indicatori di performance, sistemi di valutazione personale, ecc., esattamente al pari di tutte le altre priorità organizzative.
Avere un’organizzazione di SPP non significa delegare la sicurezza, ma avere un supporto interno ed esperto per riuscire a fare sicurezza.

In particolare nella cultura della sicurezza e del benessere è centrale che:

  • i vertici aziendali considerino la sicurezza e il benessere organizzativo negli elementi principali della strategia e dei sistemi di misurazione delle performance e riconoscimento (anche economico), agiscano come modelli di riferimento facendo proprio il credo della sicurezza in tutto ciò che fanno, decidono e comunicano;
  • tutti i responsabili aziendali adottino un modello di leadership centrato sull’attenzione alle persone, quindi alla sicurezza dei processi, degli  ambienti e delle relazioni e alla promozione del benessere;
  • i responsabili delle operations adottino, coinvolgendo le proprie persone, strumenti e approcci per valutare e migliorare costantemente la sicurezza dei processi operativi di propria competenza, destinando adeguate risorse (economiche e temporali) alla riduzione costante dei rischi di qualsiasi genere (compreso stress lavoro-correlato);
  • i responsabili del SPP forniscano un adeguato supporto metodologico al resto dell’organizzazione e curino sintesi e sinergie nell’approccio alla sicurezza e al benessere;
  • tutte le persone operanti nell’organizzazione (inclusi fornitori e subappaltatori) agiscano in modalità intrinsecamente sicure, certi del fatto che correre un rischio è in sé un danno per l’azienda, collaborando proattivamente per l’incremento costante della sicurezza, in collaborazione con i propri responsabili;
  • chi opera in qualità di supervisione e coordinamento delle risorse umane e di diffusore della cultura aziendale tramite azioni formative agisca  valorizzando, in modo particolare, la dimensione psicologica della sicurezza e tenendo nella giusta considerazione il gruppo di lavoro quale entità fondamentale nell’orientare i comportamenti sicuri.

La Sicurezza e il Benessere: Come

La Sicurezza è cultura organizzativa

La sicurezza è prima di tutto una cultura organizzativa, valore fondante di un’organizzazione, sostenuta dalle politiche, declinata ai vari livelli organizzativi e rafforzata dalle azioni del management. E’ un elemento della strategia al pari di tutti gli altri e, come tale, va sostenuta, monitorata e premiata a tutti i livelli. Entra concretamente nel sistema di ricompense e riconoscimenti, anche legati al sistema remunerativo. Sono il commitment e l’accountability del management e la coerenza tra obiettivi strategici ed operativi che garantiscono l’allineamento costante dei comportamenti dei singoli.

La sicurezza è figlia della conoscenza e della consapevolezza

Non solo conoscenza dei rischi maggiori ma anche di quelli minori e latenti nelle attività quotidiane.
Conoscenza di ciò che l’organizzazione fa, delle contromisure prese, dei canali di comunicazione, rilevazione e riconoscimento. Consapevolezza che – senza contromisure – la causa che genera un graffio oggi può provocare una amputazione domani.
Conoscenza delle regole e consapevolezza dell’importanza del loro rispetto. In tal modo la mentalità del “tanto a me non succede” può essere sostituita con un consapevole bilanciamento tra probabilità di accadimento ed entità del danno.

La sicurezza è la prevenzione dei rischi

La sicurezza è la prevenzione del rischio fisico, psicologico, sociale. Non solo dei grandi rischi ma anche e soprattutto dei rischi minori. Deve essere guidata dalla logica di Heinrich: operare sui rischi minori (anche fino ai mancati incidenti o alle semplici situazioni di pericolo) per ridurre l’occorrenza dei rischi maggiori, poiché è dimostrato che ogni incidente maggiore è un’occorrenza più rara del medesimo fattore di rischio già presente in caso di incidenti minori (o di mancati incidenti). Lavorare su questi ultimi è più facile – in quanto la loro maggiore occorrenza permette di conoscerli e analizzarli meglio – e permette di agire concretamente sulla riduzione dei rischi, anche maggiori.

La sicurezza è la condizione del benessere

Ciò significa coniugare le dimensioni personali con quelle organizzative in modo da gestire e vivere nel valore del Cooperative Working (collaborazione collettiva sul lavoro) e soprattutto nella realizzazione del Team Working. L’organizzazione, infatti, è un organismo vitale con l’obiettivo principale di durare nel tempo e ciò è possibile se tutte le componenti a livello sia d’individuo che di gruppi concorrono ad una definizione di benessere organizzativo. Ambienti sicuri e puliti, microclima confacente alle esigenze del lavoratore, si traducono in vitalità aziendale ma allo stesso tempo in benessere del lavoratore con la conseguente possibilità di migliorare la propria esperienza quotidiana e i rapporti con i colleghi e incanalare la competitività non costruttiva che si instaura all’interno dell’azienda. E’ proprio grazie al perseguimento del benessere collettivo che le idee delle persone riescono ad emergere: il concetto di salute, soprattutto sul lavoro, dipende dal livello e dall’ambiente culturale e sociale in cui si vive. A questo proposito, i concetti chiave sono basati su: confronto, salute mentale e fisica, sviluppo e innovazione, pensiero positivo in modo da raggiungere un equilibrio comportamentale in salute, sicurezza e benessere.

Consapevolezza, Competenza, Responsabilizzazione, Empowerment, Proattività e Riconoscimento dei risultati

Le leve su cui agire per diffondere una cultura della sicurezza e del benessere a tutte le persone di un’organizzazione sono: Consapevolezza, Competenza sulla valutazione e prevenzione dei rischi, Responsabilizzazione, Empowerment, Proattività e Riconoscimento dei risultati. Tali leve vanno attivate su ciascuna persona operante nell’organizzazione. Fondamentale è il gruppo come motore e agente di cambiamento.

La sicurezza e il benessere si costruiscono partendo dalle piccole cose

La sicurezza e il benessere, come l’organizzazione, sono dinamici e si costruiscono partendo dalle piccole cose (avere solo la visione d’insieme fa perdere di vista il dettaglio con il quale si interfaccia quotidianamente il singolo). Ha bisogno di strumenti tecnici e operativi che permettano di analizzare nello specifico in modo continuativo processi, macchinari, ambiente lavorativo e relazioni.

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